audio incontro diviso per interventi: http://metropoliz.noblogs.org/post/2014/05/18/audio-banlieusart_-larte-incontra-i-movimenti/

 

 

Venerdi’ 16 maggio 2014

MAAM Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia

via Prenestina 913

evento realizzato in collaborazione con gli abitanti di Metropoliz e i Blocchi Precari Metropolitani (bpm)

Interventi di:
CAROLYN CHRISTOV-BAKARGIEV
PABLO ECHAURREN
MAURO FOLCI
ALFREDO PIRRI
FRANCO PIPERNO
GIUSEPPE STAMPONE
NICOLAS MARTINO
LORENZO CANOVA
FRANCESCO SYLOS LABINI
NICOLA VALENTINO
FRANCESCO CARERI
ROBERTO DE ANGELIS
ANDREA FACCHI
Introducono Giorgio de Finis e Paolo Di Vetta.
Moderatori Mattia Pellegrini e Davide Ricco.

Tutt* sono invitati ad intervenire al dibattito.

 

Pubblichiamo di seguito un testo dei Blocchi Precari Metropolitani scritto per l’occasione.

Percorrendo strade diverse dentro questa fabbrica fino al 2009 dismessa e priva di vita, nuove energie hanno prodotto un singolare incrocio. Complesso ma non innaturale, dove le lotte per il diritto all’abitare e i movimenti liberano spazi, inventano complicità e realizzano desideri anche attraverso le incursioni di artisti intrigati dalla libertà che si respira dentro questa città meticcia.
Una dimensione composta da fatica e impegno, da intuizioni e colpi di testa, da esperienza e incoscienza. Ecco perchè lo scontro/incontro tra l’arte e i movimenti è ancora attuale, soprattutto dentro un conflitto irriducibile contro la rendita, il consumo di suolo e la mercificazione della vita. Chi crede che uno spazio vuoto abbia un valore di per sé, che un tratto di colore sia un segno significativo anche senza avere un prezzo, che la fuga non sia un atto di resa ma una rottura definitiva con un modello di sviluppo basato sul profitto, chi trasforma se stesso per cambiare verso al sistema, chi ha il coraggio di giocare con le parole come con la vita, chi sa danzare sui muri e per le strade, guarda necessariamente lo stesso orizzonte e lotta per raggiungerlo.
Il presente di crisi dove i movimenti e l’arte si muovono restringe l’orizzonte e ci costringe ad incontrarci dentro una condizione difficile. Le periferie sono miscele esplosive e piene di energie carsiche, non si sa dove, come e se erutteranno. Il loro rapporto con l’arte è un sentimento contorto tra curiosità e inutilità, ma quando diventa chiaro che un’opera d’arte somiglia ad una barricata l’interesse aumenta e lo sguardo cambia, le complicità si svelano, le distanze diminuiscono.
Ma la convivenza non può essere pacifica e quindi l’azione dell’artista subisce un’attenzione determinante anche più aspra delle critiche più velenose. Qui la cosa diventa interessante e i movimenti e l’arte si misurano davvero, dentro spazi liberati e non omologati, dentro processi di valorizzazione non speculativi.
Le pratiche di riappropriazione concedono opportunità importanti dove declinare il diritto alla città senza compromessi di sorta ed è qui che questa proposta di confronto ha ragione di esistere, così come appare clandestinamente su tanti muri e dentro le metropoli.
La nave dei folli è in movimento dentro le periferie, torniamo a bordo.