di Corrado Chiatti, Mattia Pellegrini e i nontantoprecisi
Per un abitare momentaneo dei corpi nello spazio, tra maceria e rovina. Pensare un attraversamento che riconsideri il senso del tempo, la materia di cui è fatto un luogo, la sua memoria, i suoi misteri, marcando altre tracce. Tentiamo, segnando un passaggio, di raccogliere piccoli movimenti collettivi e singolari, per farne un magma comune, sperimentando linguaggi già dati per scovarne le ombre, le linee di fuga possibili.
Le macerie sono pezzi di mondo, pezzi di città non più recuperabili, che hanno perduto la misura del tempo e dello spazio, le rovine possono segnare la possibilità di un confronto, di un ingaggio, il recupero di uno spazio confuso nei frammenti dell’esistenza.
Quale relazione possiamo immaginare, indagare, tra i corpi e il luogo e ciò che resta vivo in essi?
Com’è possibile osservare il medesimo frammento e rintracciarne il passaggio dalla maceria alla rovina?
Operiamo dei piccoli spostamenti, dei brevi moti di sguardo, nell’immobilità di chi si fa statua sensibile, nell’immanenza di una potenzialità, nel tentativo di trasformare la relazione tra il soggetto che sta guardando e l’oggetto guardato. Senza dimenticare i mondi che ci abitano attorno.
Questo l’interstizio che ci interessa calpestare, tra lo sguardo e il movimento, tra le cartilagini e le ossa, tra l’abito e la forma di vita, provando a vetrificarne qualche sfumatura.
Ai Mercati di Traiano insieme ai gruppo teatrale dei Non tanto precisi costruiremo un laboratorio per rendere organico un attraversamento con una quarantina di complici.
Lavorando nella direzione molteplice di una esplorazione nel tempo e nello spazio, verificandone le possibilità relazionali e poetiche.
Accanto all’idea di questo laboratorio, proponiamo la realizzazione di un film che segua liberamente i movimenti di questo corpo-sciame, muta in divenire, ma con uno sguardo autonomo, da intendersi come studio poetico dell’abitare tra maceria e rovina.
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