anna non e’ un gruppo,
è una costellazione immaginaria,
un passo di danza e un anagramma,
un borborigmo
una poesia di kurt schwitters,
anna e alberto grifi,
anna, palindromo e gatta.
e’ il nome di mia mamma ed una festa,
o1. Beau ciel, vrai ciel, regarde-moi qui change!
Guardami, cielo bello, cielo vero, come cambio!
Esiste una curva, una traiettoria stellare immensa e invisibile di cui le
nostre strade e mete possono costituire piccoli tratti. Immersi in questi proviamo a muoverci, restiamo in agguato, in attesa di una metamorfosi,
divenir-qualcos-altro.
Entrare in relazione con immaginari che riproducono zone di autonomia,
di istinti, di pratiche e amicizie atmosferiche. Immaginario come movimento reale, ritmo di corpi, identità creatrici e pensiero circolare.
Desideriamo osservare e realizzare narrazioni nella città che aprano identità, giornali di idee e di grano, archivi immaginari, l’esperienza della
durata e dell’alfabeto con una lamentatrice, immagini di pidocchi, archivi di film sommersi, l’approccio ad una teoria del cielo, e la festa,
traccia di una rotta navigabile, ri-zona, pensare l’innesto ed usarne le parole, questo ci spinge alla necessità di condividere quest’esperienza.
Una ricerca, un naufragio, un montaggio di studi ed esperienze personali, un tentativo di riproduzione di un’idea, l’incontro con parole e corpi, strumenti di lotta.
Gli amici che abbiamo invitato sono:
Nicola Valentino, sognatore instancabile, ha scontato la pena dell’ergastolo per fatti legati alla lotta armata degli anni 70. Ha pubblicato nel 1990 insieme a Renato Curcio e Stefano Petrelli, Nel Bosco di Bistorco, una riflessione a più voci sulle forme della reclusione e sui modi di sopravvivervi. E’ tra i fondatori della cooperativa e casa editrice Sensibili alle Foglie con cui ha pubblicato diverse ricerche e restituzioni di “cantieri”, in cui analizza le istituzioni, e i dispositivi che le animano, attraverso un nuovo metodo da loro creato, la Socioanalisi narrativa.
E’ anche pittore, animatore di un movimento per la liberazione dalla pena dell’ergastolo e quotidianamente pratica il Tai-chi.
Ernie Larsen e Sherry Millner sono una coppia di artisti newyorkesi, videomakers sperimentali, filmakers militanti, scrittori, ardenti anarchici e femministi, curatori di una serie di proiezioni video tra cui State of Emergency e Cinematic Ammunition: the visual impact of global unrest, a volte anche insegnanti, amanti del fotomontaggio, archivisti di film indip- endenti. Insieme hanno realizzato diversi film situazionisti, tra cui Partial Critique of Separation, due anti-documentari che si interrogano sul ridefinire i confini del concetto di criminalità, e una serie di video semi-autobiografici che si concentrano sull’analisi delle strutture autoritarie indispensabili al capitale.
Gilles Deleuze, creatore di concetti, pensatore nomadico e filosofo ballerino. Negli anni di insegnamento a Vincennes, università di carattere sperimentale di Parigi, sua costante pre- occupazione nei corsi aperti a tutti fu quella di parlare anche a coloro che non disponevano di una preparazione filosofica. Diceva di portare nel cuore Spinoza e del maggio parigino ne parlava come l’irruzione del divenire allo stato puro. Ha scritto opere fondamentali del pen- siero contemporaneo, da solo ed insieme a Felix Guattari. Michel Foucault scrisse la celebre frase un giorno, forse, il secolo sarà deleuziano.
Alberto Grifi cresce tra truke e macchine da presa speciali, tra pianoforti e violini, girando i titoli di film americani in cucina con il padre, la madre e la zia. Pittore, regista underground, cameramen, fonico, attore, paparazzo, fotografo pubblicitario di aeroplani e di pittori, inventore di vidigrafi e macchine lavanastri, videoteppista, archivista di memoria audiovisiva militante, occhio pensante del movimento di controcultura, punta di diamante del cinema underground italiano, Alberto inizia a maneggiare pellicole e lavorare nel cinema dall’età di cinque anni, non per vocazione ma per non morire di fame. L’amicizia con Cesare Zavattini, Patrizia Vicinelli, Aldo Braibanti, Massimo Sarchielli, Anna, Gianfranco Baruchello e tanti altri, lo porterà ad esplorare e sperimentare con il mezzo cinematografico narrazioni e visioni altre, il mondo che cambia, la condizione proletaria, i nuovi desideri delle donne, dei ladri, dei matti, dei drogati visionari, dando un senso nuovo al proprio mestiere purché il cinema sia capace di cambiare la vita con coraggio, con la lotta appassionata, perché è la vita che dobbiamo costruire..
Franco Piperno é ideatore e creatore di planetari, ha fondato insieme ad altri Potere Operaio. Insegna struttura della materia e astronomia visiva all’università della Calabria. Ha scritto libri, tra cui Elogio dello spirito pubblico meridionale. Genius loci e individuo sociale e Lo spettacolo cosmico. Scrivere il cielo: lezioni di astronomia visiva, teorico dell’arte di accettare quello che c’è, ci racconta che la dimostrazione più forte è quella dell’osservazione del cielo, il cielo come istituzione immaginaria della società.
e tanti altri…
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Al di là di ciò che pensano gli insegnati dei loro alunni che scarabocchiano, rimproverandoli e richiamandoli all’attenzione, scarabocchiare può aiutare l’ascolto. Ciò è ipotizzabile accada sia per la funzione di scarica energetica dello scarabocchio sia perché alcune delle forme che vengono tracciate scarabocchiando, svolgono, per la persona, la funzione di dispositivi simbolici induttori di concentrazione,aiutando a mantenersi nel momento presente. Per comprendere ulteriormente la relazione scarabocchio/ascolto, può essere utile recuperare una riflessione di Benjamin sull’importanza della distensione nell’ascolto. Scrivendo del processo di assimilazione delle storie che vengono narrate Benjamin osserva:
Questo processo di assimilazione, che si svolge nel profondo, richiede uno stato di distensione che diventa sempre più raro. […] Così si perde la facoltà di ascoltare, e svanisce la comunità degli ascoltatori. L’arte di narrare storie è sempre quella di saperle rinarrare ad altri, ed essa si perde se le storie non sono più ritenute. Essa si perde, poiché non si tesse e non si fila più ascoltandole. Quanto più dimentico di sé l’ascoltatore, tanto più a fondo s’imprime in lui ciò che ascolta. Se è occupato dal ritmo del lavoro, porge ascolto alle storie in modo che la facoltà di rinarrarle a sua volta gli si trasmette quasi naturalmente. Questa è la rete in cui si fonda l’arte di narrare.
Lo scarabocchio potrebbe svolgere la funzione che un tempo, nelle comunità di donne che scambiavano le loro narrazioni, veniva svolta dall’attività artigiana del tessere e del filare. Nicola Valentino
Qui un pdf con la traduzione dei testi di alcuni film presentati durante la rassegna:
Cinematic Ammunition- Anna incontra Ernie Larsen e Sherry Millner (Traduzioni Film)
Incontro attorno ad un tavolo imbandito a festa con il Professore-Pirata Piero Fumarola. Qui la trascrizione di uno dei suoi interventi.
Penso che l’immaginario, a posteriori dopo Castoriadis, si può sicuramente definire anche dentro ai dispositivi dissociativi come un prodotto della dissociazione e se volete vi racconto questa storia di oralità e scrittura.
Credo che si chiamasse, perché credo che sia morto, Julian Jaynes, ha scritto un libro che fu un best seller per questi studi negli anni Settanta, un libro che si chiama Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza. é un libro molto interessante. Julian Jaynes era un comportamentista, della scuola di Vigovski, e tutta la scuola russa, Pavlov, Lurija etc.. tutto quel settore di studi di antropologia, neurologia, psicologia..ad un certo punto cambia storia e idea e si mette a studiare dove e come ha origine la coscienza e parte da un dato, che é quello della trasformazione antropologica che si ha da una società, da un mondo senza scrittura ad un mondo con la scrittura. e attraverso una serie di intuizioni, anche letterarie, studiando l’Iliade etc.. arriva ad una conclusione che per me é molto interessante. Lui spiega così le cose: rispetto al mondo, alla società, al potere, all’organizzazione sociale, all’organizzazione dei saperi e dei simboli, prima della scrittura tutto ciò era detto e tramandato attraverso la parola. Attraverso la parola, quindi il suono, quindi l’udito. La vista è importante ma l’universo culturale viene tramandato, le leggi, l’ordine, la disciplina sociale minima per stare in società viene tramandata attraverso la voce e la parola. Domanda: e quindi questa voce, questa parola agisce come comando, ma come funziona il dispositivo del comando attraverso la parola? in un momento di crisi in cui uno non sa come comportarsi, lo uccido o non lo uccido? me lo mangio o non me lo mangio? ho fame, mangio una mela o come mi comporto se é proibito mangiare la mela? questo ordine di problemi impellenti come fa uno a capire e sapere? secondo Julian Jaynes in quel momento l’individuo fa una crisi dissociativa e sente con l’orecchio, ha un’allucinazione uditiva, come..noi siamo tanti abituati che noi la chiamiamo allucinazione, ma non é un’allucinazione. sente le voci, sente una voce che gli dice fai questo o fai quello. significa che nell’oralità i dispositivi dissociativi erano collegati principalmente ad udire le voci degli dei, degli antenati che comandavano le azioni nel momento o quotidianamente e le regole erano continue crisi dissociative e allucinazioni uditive per regolare i comportamenti. Ma in Mesopotamia, con l’urbanizzazione formidabile che ci fu a Babilonia, arrivarono tribù di ogni tipo, c’era davvero un casino, non c’erano regole o meglio, c’erano ma ognuno aveva le proprie regole. Amurabi che aveva pronta una religione un po’ derivata dagli egizi, gli egizi poi la riproposero questa esperienza mesopotamica in quel periodo di inurbamento si cominciò ad avere il problema di unificare i sistemi di comando, di ordine sociale, attraverso dispositivi completamente diversi, perché le regole e le leggi erano tali per cui non si poteva vivere in società. Amurabi ebbe l’idea di inventare dei segni che dovevano corrispondere a dei suoni o a delle idee. Erano 10, come Mosè nel racconto, e le fece mettere a Babilonia su una stele, al centro della città, così che tutti potessero leggerle. e fece produrre una infinità di tavolette dove c’erano riprodotte e segnate le leggi. Si cambiava tavoletta, ogni tavolette aveva un pezzo. Di queste tavolette che si leggevano con le mani, perché con il tatto leggevano, poi le potevano pure guardare, ma intanto le tenevano in mano e c’era questa stele il cui rapporto tra segni e significato unificava le regole, le normative e il comando. Questa storia, raccontata così, si sviluppa nel senso che si passa allora da una predominanza dell’udito e dell’allucinazione, della dissociazione uditiva, di una produzione di una memoria uditiva, perché quelli udivano davvero, la producevano, forse era l’immaginario sonoro, era l’immaginale sonoro che gli comandava, si passa ad una storia fatta in lungo periodo tra occhio e tatto. Una sinestesia tra occhio parola, suono e tatto. Si inizia una trasformazione radicale, sociale, perché si passa dallo sciamano che prediceva il futuro, leggeva negli astri, nel volo degli uccelli etc..agli scriba e tutto questo cambia il mondo. Lo scriba detiene il segreto, fa la legge e la legge é scritta dal re, con uno stilo che é uno strumento del dio Tot, di cui il re é il rappresentante. e cambia la neurofisiologia del corpo rispetto all’organizzazione sociale, al potere e al comando.
Le leggi non sono più predette, sono prescritte. Vengono prima nella forma della scrittura che devi imparare, conoscere, memorizzare, imparare a memoria ma prima di tutto con l’occhio e così perde di valore completamente il suono. Si passa da una religione completamente terrestre perché erano i morti che c’erano che ti parlavano, il dio che c’era ti parlava lui nell’orecchio ad una visione della religione celeste. Gli dei si spostano dalla terra al cielo.
accade che si spostano in cielo o sottoterra, non stanno più con gli uomini a Macondo, in cui vivono insieme nel villaggio.
Cambia completamente l’organizzazione del potere e della struttura e cambia la fisiologia del corpo.
Queste trasformazioni comportano una trasformazione profondissima, io credo, dell’immaginale, dell’immaginario, dei rapporti tra potere, vista, orecchio, lavoro .. cambia il mondo e agisce sui corpi, questo cambiamento modifica i corpi ed è completamente sociale. agisce sui corpi, sull’immaginario collettivo e sulle prospettive del passato, del presente, del futuro.
Queste trasformazioni modificano la biologia, l’energia dei corpi, la loro dinamica vitale come la trasformazione antropologica in corso con internet.
Questa storia mi ha affascinato enormemente, immaginare questa trasformazione, come é andata, noi siamo dei corpi biologicamente letterati, abbiamo dentro proprio la genetica forse, la scrittura, il segno, l’aspetto visivo e internet ha sconvolto tutta questa storia, perché hai immagine e parola tutto insieme, però virtuale.
Tutto questo per spiegare i dispositivi. Julian Jaynes spiega che tutti quelli che oggi chiamano schizofrenici, dissociati etc..questi sono creature che sono sfuggite a quella trasformazione, hanno mantenuto quella capacità di delirio come durante la civiltà orale.
…
La nascita della coscienza diventa quest’ordine, questa disciplina dell’io che diventa l’aspetto dominante. L’idea di Ulisse, il soggetto che fa lui la sua storia, va, cerca, torna, si inventa.
Ulisse é il modello del nuovo mondo. Il soggetto e la coscienza nascono da questo grande travaglio che era quello di affossare completamente la capacità spontanea dissociativa pre-scritturale.

ANNA